“Un delitto senza tracce”: la vittima è Jannik Sinner | L’addio in lacrime dei tifosi
Dopo il trionfo, il secondo consecutivo, agli Australian Open, si torna a parlare di Sinner a proposito del caso doping. Tifosi disperati
Qualche giorno di meritatissimo riposo è quello che attende Jannik Sinner dopo il secondo trionfo consecutivo agli Australian Open, il terzo della carriera per ciò che riguarda i tornei del Grande Slam.
Il fuoriclasse azzurro è sempre di più l’indiscusso numero uno del tennis mondiale e sul cemento di Melbourne è emersa una volta di più la sua schiacciante superiorità nei confronti degli avversari, ormai ridotti a semplici comparse.
L’imbarazzante facilità con la quale Sinner si è sbarazzato del tedesco Alexander Zverev, attuale numero due del ranking Atp, ha convinto anche gli ultimi scettici in merito al reale valore dell’atleta altoatesino.
In questo momento non c’è rivale in grado di opporsi concretamente allo strapotere del fuoriclasse azzurro. Almeno sul cemento e le superfici sintetiche il ‘nostro’ Sinner è inavvicinabile per chiunque.
Jannik Sinner, l’incubo doping non smette di perseguitarlo: i dettagli
Purtroppo però sulla carriera del campione di San Candido continua a pesare come un macigno il verdetto del TAS, il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, in merito alla vicenda del Clostebol, lo steroide di cui furono trovate minime tracce in due controlli effettuati nel marzo del 2024.
A metà aprile conosceremo il verdetto definitivo, nel frattempo crescerà l’attesa tra speranza e paura. A fare parzialmente chiarezza sul possibile esito di questa vicenda è Sandro Donati, storico allenatore di atletica leggera e alfiere da sempre della lotta al doping.
Jannik Sinner, l’annuncio spiazza tutti: parole inequivocabili
Donati si schiera apertamente con Sinner: “È un atleta pulitissimo, corretto dentro e fuori dal campo. Quando dice che non avrebbe mai potuto vincere se fosse colpevole, lo dice con una serenità che trasmette verità. Quel quantitativo di Clostebol è irrilevante. La Wada stessa sa che questa fattispecie di negligenza va ben oltre il concetto di doping, ma la interpreta come vuole trasformandola in una proposta di squalifica. Non sta né in cielo né in terra“.
La vicenda di Jannik Sinner non è purtroppo un caso isolato. Un altro grande atleta altoatesino come lui, l’ex marciatore Alex Schwazer, è stato vittima di un sistema che ha evidenziato inquietanti e inaccettabili contraddizioni. Sandro Donati definì la squalifica di Schwazer ‘un delitto senza tracce‘. Proprio come questo che riguarda Sinner.