Dalla nazionale alla povertà assoluta: costretto a tornare a lavorare | Eppure guadagnava i milioni
Una percentuale importante di calciatori di alto livello, anche molti nazionali, rischia di cadere in miseria. I motivi sono inquietanti
La carriera di molti grandi atleti ricorda da vicino quella dei protagonisti del mondo dello spettacolo. Campioni dello sport simili ad attori e cantanti famosi? Senza dubbio, soprattutto per ciò che concerne la loro parabola professionale, agonistica per i primi e artistica per i secondi.
Attori, interpreti e calciatori amati da pubblico e tifosi nel momento in cui hanno concluso la propria carriera sono rimasti vittime di loro stessi e della loro incapacità di gestire il ‘dopo’, che rappresenta per tutti il momento più difficile.
Una volta un grande giocatore della Juventus e della Nazionale italiana, il ‘barone’ Franco Causio, attirò l’attenzione di media e tifosi con una frase divenuta celebre: “Molti calciatori non accettano l’idea di diventare persone normali, di non essere più riconosciuti e fermati per strada“.
Per molti il passaggio dallo status di idolo delle folle a quello di persona comune rappresenta un dramma, una condizione nuova che può causare squilibri dal punto di vista psicologico. Per non parlare poi degli aspetti meramente economici. In questo caso le difficoltà crescono a dismisura.
Dalla Nazionale alla miseria, il passo purtroppo è molto breve: ecco perché
A spiegare come sia possibile che oltre il 50% dei calciatori professionisti rischi seriamente di finire sul lastrico è l’ex difensore di Lazio, Juventus e Atalanta ed ora avvocato di successo e docente presso l’Università LUISS di Roma, Guglielmo Stendardo.
Secondo quanto detto da Stendardo, intervistato da un’emittente televisiva svizzera, gli ex calciatori che maggiormente rischiano di diventare poveri sono quelli che durante la carriera hanno condotto uno stile di vita all’insegna del benessere più sfrenato e che una volta appesi gli scarpini al chiodo faticano ad adeguarsi a un inevitabile ridimensionamento.
Dalla Nazionale alla povertà, in tanti cadono nella trappola: il noto avvocato spiega i motivi
Inoltre Stendardo ha sottolineato come a causa di un basso livello di scolarizzazione i calciatori abbiano sperperato i loro pur lauti guadagni a causa di alcuni investimenti sbagliati. Gli atleti meno preparati e dunque più sprovveduti rischiano di cadere nella rete di agenti e e manager senza scrupoli che li traggono in inganno.
C’è un dato decisamente inquietante: tra i calciatori professionisti il 70% possiede solo la terza media e appena l’1% è laureato. Questo rende sempre più possibile uno scivolamento graduale ma inarrestabile in uno stato di povertà.