L’ex Serie A sotto inchiesta: sfruttamento di un minore | Un reato che lo macchierà a vita
Tra i tanti reati di cui a volte si sono macchiati i calciatori, lo sfruttamento di minori è il più abietto. Purtroppo c’è chi l’ha commesso
Purtroppo non sono pochi i calciatori che al termine della loro carriera, e talvolta anche durante, si sono macchiati di reati più o meno gravi. Nella maggioranza dei casi gli ex protagonisti del pallone si sono rovinati con le proprie mani ma senza coinvolgere altre persone nella loro caduta all’inferno.
In questo caso però non parliamo di atleti caduti in disgrazia entrati nel tunnel della droga o dell’abuso di alcol, o di grandi protagonisti del nostro calcio travolti dal vizio delle scommesse, sia legali che clandestine.
No, in questo caso parliamo del coinvolgimento, spesso e volentieri nel ruolo di vittime, di calciatori stranieri provenienti in gran parte dai cosiddetti paesi del terzo mondo e giunti in Italia giovanissimi in condizioni a dir poco mirabolanti e non del tutto legali.
Qualche anno fa uno dei direttori sportivi più importanti del nostro calcio, Walter Sabatini, fu accusato per aver fatto venire in Italia giovani calciatori africani non ancora maggiorenni. Le accuse di traffico di minori caddero, ma la piaga della tratta degli under 18 non è stata debellata.
Serie A, dal paradiso dell’esordio in campionato all’inferno nei tribunali: di chi si tratta
Questo è invece un caso specifico e quasi unico nel suo genere: stiamo parlando infatti di un ex talento africano, centrocampista proveniente dalla Costa d’Avorio, che dieci anni fa ebbe la possibilità di giocare addirittura nell’Inter.
Stiamo parlando di Assane Gnoukouri, ritiratosi qualche anno fa a causa di un problema cardiaco e che ora rischia addirittura l’espulsione dal nostro Paese. Come qualcuno ricorderà Gnoukouri esordì in Serie A con i nerazzurri, quando nel 2014 Roberto Mancini lo schierò titolare in un derby contro il Milan.
Serie A, il destino triste di Gnoukouri: è tutto stravolto
Nel 2017 però, trasferitosi all’Udinese, gli furono riscontrati dei problemi cardiaci che lo costrinsero ad appendere gli scarpini al chiodo. Il giovane ivoriano fu poi coinvolto nell’inchiesta della Procura di Parma sulla tratta dei calciatori dalla Costa d’Avorio e si scoprì che la sua famiglia adottiva aveva fornito documenti falsi per portarlo in Italia quando era ancora minorenne.
Il suo vero nome tra l’altro è Alassane Traorè. Ora rischia seriamente di essere espulso, in quanto privo di un regolare permesso di soggiorno: “Voglio che questo incubo finisca per poter tornare a giocare a calcio – ha dichiarato ai microfoni del quotidiano ‘Libertà‘ -. Giocavo nell’Inter e oggi rischio l’espulsione dall’Italia, mi sono fidato delle persone sbagliate”.